Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Numero 26

Un’architettura per “augmentare sempre più il Divino Culto”. Le decorazioni pittoriche della chiesa dei Cappuccini a Cassano d’Adda.

Ferdinando Zanzottera

Il saggio costituisce riflessione storico-critica sul linguaggio figurativo impiegato per la realizzazione della settecentesca chiesa conventuale di Sant’Antonio a Cassano d’Adda. L’autore, dopo aver tratteggiato i capisaldi storiografici e architettonici che hanno condotto alla costituzione della nuova casa appartenente all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, indugia sulle scelte artistiche e simboliche dei padri francescani, qui insediatisi anche per costituire un presidio medico-salutare in questa parte di Lombardia discosta solo una trentina di chilometri dal capoluogo lombardo, attorniata da paesi dall’aria notoriamente poco salubre (es. Melzo). Il saggio evidenzia come la scelta dei frati di affidare a Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino, e a Filippo Abbiati la realizzazione delle tele dell’altare maggiore e delle due cappelle laterali sia da scrivere alla consolidata rete relazionale degli artisti e alla loro capacità interpretativa dei dettami figurativi della religiosità lombarda, ancora fortemente influenzata dalla cultura carliana dei secoli precedenti. L’analisi della simbologia e del linguaggio formale impiegati per la realizzazione delle singole opere offre anche l’occasione per verificare l’esistenza di una specifica estetica cappuccina incentrata sulla semplicità e compostezza delle forme architettoniche, sulla sobrietà degli apparati decorativi, sull’impiego di materiali poveri e perituri (es. legno) e sulla predilezione d’impiegare tele dipinte a discapito di decorazioni più durature, contrarie allo spirito di itinerarietà della stessa comunità francescana.

An architecture to “increasingly wish the Divine Worship”. The pictorial decorations of the Capuchin church in Cassano d’Adda.

The essay is a historical-critical reflection on the figurative language used for the construction of the eighteenth-century convent church of Sant’Antonio in Cassano d’Adda. The author, after having outlined the historiographical and architectural cornerstones that led to the establishment of the new house belonging to the Order of the Capuchin Friars Minor, dwells on the artistic and symbolic choices of the Franciscan fathers, who settled here also to constitute a medical-health center in this part of Lombardy is only about thirty kilometers away from the Lombard capital, surrounded by villages with a notoriously unhealthy air (eg Melzo). The essay highlights how the choice of the friars to entrust Stefano Maria Legnani, known as Legnanino, and Filippo Abbiati with the realization of the paintings of the main altar and the two side chapels is to be written to the consolidated relational network of the artists and to their interpretative capacity of the figurative dictates of Lombard religiosity, still strongly influenced by the Carlian culture of previous centuries. The analysis of the symbolism and formal language used for the realization of the individual works also offers the opportunity to verify the existence of a specific Capuchin aesthetic centered on the simplicity and composure of the architectural forms, on the sobriety of the decorative elements, on the use of poor and perishable materials (eg wood) and the preference for using painted canvases at the expense of more lasting decorations, contrary to the spirit of itinerancy of the Franciscan community itself.