La rivista per gli amanti dell'arte, dell'architettura e della fotografia
Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda

Norme redazionali ISAL

 

Indicazioni generali

1. I testi dovranno essere forniti in file unico formato Microsoft Word, con impostazioni standard, preferibilmente utilizzando il carattere Times New Roman.

2. Dal file si devono rimuovere dati personali dell’autore, come descritto in https://support.microsoft.com/it-it/topic/rimuovere-dati-nascosti-e-informazioni-personali-con-il-controllo-di-documenti-presentazioni-o-cartelle-di-lavoro-356b7b5d-77af-44fe-a07f-9aa4d085966f

3. Il testo dovrà contenere titoli, sottotitoli, ‘stacchi’ desiderati e eventuali appendici. Le note, in corpo minore, saranno numerate in progressione.

4. Eventuali illustrazioni devono essere consegnate separatamente, l’autore indicherà il punto in cui inserirle. Tutto il materiale iconografico sarà numerato progressivamente e corredato dalle corrispondenti didascalie. Immagini digitalizzate andranno acquisite in formato TIFF ad una risoluzione minima di 300 dpi. Sarà cura degli autori fornire il permesso di pubblicazione delle fotografie o della riproduzione dei manoscritti.

5. La consegna dovrà avvenire secondo le modalità indicate

 

Materiali per la consegna

 

Testi

Il file di testo deve essere più semplice e pulito possibile. I software grafici usati nell’editoria non sono quelli usati dai personal computer, ed eccessive manipolazioni possono creare problemi nella conversione da un programma all’altro.

Evitare di impostare ‘graficamente’ il file di testo, inserendo rientri, spaziature automatiche e altri tipi di formattazione automatica; righi bianchi vanno preferibilmente inseriti con il tasto ‘a capo’, i rientri e altre impostazioni verranno inseriti dai grafici editoriali se il progetto grafico del volume lo richiede.

Lo stile di testo, se il file è preparato in Word, deve essere “Normale”.

 

Alcuni software grafici non rinumerano automaticamente le note, quindi modifiche alla numerazione delle note devono essere evitate dopo la consegna dei testi per la lavorazione.

 

Evitare immagini e disegni inseriti nel file di testo. Eventualmente, questi ultimi vanno consegnati a parte, come files di immagine numerati.

 

Nel testo non possono essere presenti riferimenti specifici a fotografie o disegni ma solo specifici richiami:

Esempio:
Corretto: Nella planimetria redatta dal Piermarini…

Errato: Nella planimetria piermariniana (fig. 5)…

 

P.S. È cosa gradita consegnare insieme ai file richiesti anche copia degli stessi in pdf.

 

Note

Unitamente al file di testo, con note a fine pagina, dovrà essere consegnato un secondo file delle sole note correttamente numerate.

 

Illustrazioni

Fornire un elenco numerato di tutte le immagini, nell'ordine in cui si desidera che appaiano nella pubblicazione. Tuttavia la scelta finale spetta alla redazione, che si riserva di modificare l’ordine o di non inserire tutte le immagini consegnate. Nell’elenco sarà invece opportuno indicare particolari necessità.

Le illustrazioni dovranno essere identificate in maniera univoca e nel file di accompagnamento dovranno essere inserite le seguenti indicazioni:

- Nome del file: meglio se identificato con il nome dell’autore del saggio seguito dal numero progressivo auspicato;

- Didascalia;

- Autore o fonte.

Esempio

- Nome del file: Crippa 01

- Didascalia: Milano, Certosa di Milano (Garegnano), il chiostro della Foresteria Maschile in una fotografia degli anni dieci.

- Autore o fonte: Fotografia di Paolo Licheri (1912), Fototeca ISAL, Fondo Carlo Perogalli

 

P.S. Qualora le immagini venissero consegnate senza specificazione autoriale, ISAL le indicherà nelle referenze fotografiche come afferenti alla “raccolta” dell’autore del saggio.

 

Per la stampa tipografica si utilizzano immagini ad alta risoluzione; contattare l'editore in caso di dubbi. Evitare di consegnare immagini incluse in altri documenti (ad esempio in un documento Word): consegnare sempre un file separato per ciascuna immagine. Nominare il file con il numero arabo con cui l'immagine appare nell'elenco delle illustrazioni. Le dimensioni delle immagini devono rispettare gli alti standard delle pubblicazioni e della rivista ISAL. Non si pubblicheranno immagini sfuocate, virate o con evidenti problemi qualitativi. Mediamente un primo controllo potrà essere effettuato con un normale programma di fotoritocco (es. Adobe Photoshop) impostando la risoluzione a 300 dpi e verificando che l’immagine assuma la dimensione uguale o superiore a quelle desiderate le cui misure variano a seconda si tratti di immagini a tutta pagina, a un quarto di pagina o a metà pagina. Analogamente si potrà procedere inserendo la misura desiderata e verificare che il valore dei dpi sia superiore o uguale a 300.

Tutte le immagini fornite dovranno essere prive di diritti o con i diritti già assolti. Sarà dunque compito di ogni autore assolvere agli obblighi sull’impiego delle immagini liberando l’Istituto da ogni responsabilità. Si veda per questo tema anche il modulo della liberatoria per l’impiego delle immagini.

 

Abstract

Insieme ai testi, quando non diversamente indicato, dovrà essere consegnato un abstract del saggio compreso tra le 500 e le 1.000 battute (spazi bianchi inclusi) in lingua italiana e in inglese.

 

Profilo biografico

Insieme ai testi, quando non diversamente indicato, dovrà essere consegnato il profilo dell’autore della lunghezza compresa tra le 400 e le 700 battute (spazi bianchi inclusi), tassativamente privo di indicazione a specifiche pubblicazioni. Sono invece ammesse e auspicate indicazioni delle tematiche di ricerca degli autori.

 

Norme per compilare le didascalie

Nome del file

Le fotografie, se possibile, dovrebbero essere numerate in base all’ordine di preferenza precedute dal nome dell’autore del saggio (es. Zanzottera 04; Crippa 12, ecc.).

Tale indicazione è da intendersi come preferenza dell’autore e non vincola in alcun modo la redazione.

 

Didascalia

Se architettura:

Città, Nome dell’edificio, descrizione (data se necessario).

Es. 1 - Milano, Certosa di Milano (Garegnano), il chiostro della Foresteria Maschile in una fotografia degli anni dieci.

Es. 2 - Milano, Certosa di Milano (Garegnano), l’abside della chiesa dopo l’adeguamento liturgico eseguito dall’arch. Enrico Panzeri (1989).

Se opera d’arte:

Autore, Titolo (Luogo di conservazione), data d’esecuzione, descrizione.

Es. 3 - Simone Peterzano, Adorazione dei Magi (Certosa di Milano – Garegnano), 1578-1582, particolare del Re Magio di colore.

Se manifestazione:

Nome della manifestazione, descrizione.

Es 4 - Esposizione Internazionale di Milano del 1906, Padiglione della città Sanpierdarena progettato dall’arch. Coppedè.

Es 5 - Mostra “Brera nascosta”, particolare di una delle sale espositive.

Se documento archivistico:

Città, edificio, descrizione.

Es. 6 - Abbiategrasso, chiesa di San Gaetano, facciata e sezione secondo un’ipotesi progettuale del 1951.

Se mappa urbana:

Città, descrizione.

Es. 7 - Pavia, mappa del “Comune di Pavia” (1936), particolare dell’area periferica occidentale, comunemente denominata “Ponte di Pietra”, dopo l’edificazione del Policlinico San Matteo.

 

Crediti

I crediti delle fotografie generalmente si indicano in maniera molto concisa e sono suddivisi per tipologie, senza indicarne l’eventuale segnatura archivistica (n. di inventario, n. di catalogo, cartella, ecc.).

Le categorie di suddivisione dei crediti sono le seguent:

1- Fotografia di (es. Fotografia di Ferdinando Zanzottera; Studio BAMSPhoto, ecc.);

2- Archivio o luogo di conservazione (es. Archivio della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Certosa; Archivio di Stato di Milano; Fototeca Pier Luigi Nervi, ecc.). Se necessario dopo l’indicazione dell’archivio si può citare il fondo di riferimento (es. Archivi ISAL, Fondo Maria Luisa Gengaro). Solo per fotografie scattate da professionisti significativi all’interno del panorama fotografico, si può citarne il nome (es. Archivi ISAL, Fondo Maria Luisa Gengaro, fotografia di Gabriele Basilico). Naturalmente se la concessione giunge direttamente dal fotografo e non occorre citarne la provenienza archivistica, l’autore sarà citato seguendo la modalità 1.

3- Raccolta di (es. Raccolta dell’autore del saggio).

Questa dizione viene generalmente impiegata nel caso di materiale appartenente agli autori con indicazioni di provenienza sconosciuta o fornita alla redazione in maniera palesemente incompleta).

 

Altre modalità, compresi particolari ringraziamenti o dizioni inerenti la concessione dell’immagine, dovranno essere concordate con la redazione.

I crediti economici e le eventuali pratiche per le autorizzazioni di pubblicazione delle immagini si intendono assolte dagli autori se non diversamente concordato formalmente con la redazione. Nessuna richiesta potrà essere avanzata ad ISAL dagli autori delle fotografie e/o dagli archivi.

 

Norme editoriali

 

Abbreviazioni

È sempre bene usarle il meno possibile, tranne quando non siano inserite in citazioni virgolettate.

Esempi:
‐ La mia casa distava alcuni chilometri dalla sua

‐ Il reattore G19 può avere una velocità di 1000 km/h

Da notare che le abbreviazioni di misura (km, cm, m, mm, dm, l, dl, cl, g, cg, dg, mg) vanno sempre puntate.

Sono apprezzate le abbreviazioni del tipo dott., prof., ing., arch. che, comunque, dovranno essere sempre scritte con l’iniziale minuscola

Alcuni esempi delle parole più ricorrenti:

articolo/i art., artt.

capitolo/i cap., capp.

cartella/e cart., cartt.

eccetera ecc. (mai preceduto da virgola)

edizione ed.

fascicolo/i fasc.

figura/e fig., figg.

ibidem (non usare mai idem id.)

illustrazione/i ill.

nota dell’autore [n.d.a.]

nota del redattore [n.d.r.]

nota del traduttore [n.d.t.]

numero/i n., nn.

opera citata op. cit.

pagina/e p., pp.

paragrafo/i par., parr.

seguente/i sg., sgg.

senza indic. di data s.d.

senza indic. di luogo s.l.

sezione/i sez., sezz.

tabella/e tab., tabb.

tavola/e tav., tavv.

traduzione italiana trad. it.

volume/i vol., voll.

 

Alfabeti non latini

Per la grafia dei nomi o dei termini in lingue che non usano l’alfabeto latino, ci si attenga alla traslitterazione dell’Enciclopedia Europea Garzanti.

 

Bibliografie e citazioni bibliografiche

La redazione di una annotazione bibliografica dovrebbe avere questa successione:

 

1‐ Autore: Nome puntato e cognome in Maiuscolo/minuscolo tondo seguito da virgola. Se gli autori sono fino a tre, citarli tutti di seguito inframmezzati da virgola. Se sono più di tre, si ricorre alla dicitura “AA.VV.”

 

Se l’autore non è indicato nella fonte originaria (ad esempio in un articolo pubblicato su una rivista o un giornale non è indicato ed è assente) si ricorre alle diciture:

“S.a.” (se all’inizio di una bibliografia o è preceduta da un punto);

“s.a.” (se in una sequenza bibliografica è preceduta da un punto e virgola).

Esempi:

‐ S.a., La puntualità nella consegna dei testi è di fondamentale importanza, in “Corriere della sera”, 2 maggio 2013, p. 1.

‐ M. T. Fiorio, Le chiese di Milano, Electa, Milano, 1997; s.a., La puntualità nella consegna dei testi è di fondamentale importanza, in “Corriere della sera”, 2 maggio 2013, p. 1.

 

Se ci sono più autori ma esiste uno (o più) curatori, allora si deve segnalare solo il curatore nel modo seguente:

D. Calabi (a cura di), Architettura domestica in Gran Bretagna 1890‐1939, Electa, Milano, 1982.

D. Colibri, F. Fulgero (a cura di), Rimini e l’abitare domestico in epoca antica, Moruzzi editore, Rimini, 1903.

 

P.S. Non verranno accettate indicazioni bibliografiche senza l’indicazione dell’autore.

 

2‐ Titolo: Maiuscolo/minuscolo corsivo sempre seguito da virgola.

Riportare sempre il titolo del volume utilizzato e mai i titoli in lingua originali se questi non si sono impiegati direttamente.

 

3‐ Editore: Maiuscolo/minuscolo tondo seguito da virgola.

 

4‐ Città e data: Maiuscolo/minuscolo tondo separati da virgola fra di loro.

La città va sempre citata nella sua versione originale. In mancanza di questi dati sostituire rispettivamente con s.e., s.l. e s.d.

Esempi:

- G. Caproni, Gli aeroplani Caproni. Studi-progetti-realizzazioni dal 1908 al 1935, s.e., Milano, 1937.

- G. Caproni, Gli aeroplani Caproni, Edizione del Museo Caproni, s.l., 1937.

- G. Caproni, Studi-progetti-realizzazioni dal 1908 al 1935, Edizione del Museo Caproni, Milano, s.d.

 

Esempi differenti (si rimanda all’elenco apposito per le citazioni bibliografiche da porre in nota):

‐ O. Calabrese, Garibaldi, Electa, Milano, 1982.

‐ F. Dal Co, M. Tafuri, Architettura contemporanea, Electa, Milano, 1977.

‐ D. Vernant (a cura di), Divinazione e probabilità, Einaudi, Torino, 1982. ‐ AA.VV., Psicologia del vestire, Bompiani, Milano, 1967.

 

P.S. Non verranno accettate indicazioni bibliografiche senza l’indicazione della casa editrice, della città di edizione e dell’anno di pubblicazione.

 

Alcuni esempi più ricorrenti

Autori vari o un numero di autori/curatori maggiori di tre:

AA.VV., La protezione del patrimonio artistico nazionale dalle offese della guerra aerea a cura della Direzione Generale delle Arti, Le Monnier, Firenze, 1942.

 

Volume curato da una persona:

I. Balestreri (a cura di), La Raccolta Bianconi. Disegni per Milano dal Manierismo al Barocco, Edizioni Angelo Guerini e Associati, Milano, 1995.

 

Volume curato da due o tre persone:

D. Pogliani Ceccato, F. Zanzottera, La Certosa di Milano, Edizioni Cammino, Milano, 2000.

 

Contributo in un volume:

A. Zabini, Prefazione, in B. Grilli, G. Chiappani Rodichevski, Trasmutazioni, ISAL, Cesano Maderno, 2019, pp. 7-8.

 

Contributo in un’opera a più volumi e a cura di una persona:

A. Annoni, Assistenza e beneficenza nell’età delle riforme, in: A. De Maddalena, E. Rotelli, G. Barbarisi (a cura di), Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell’età di Maria Teresa, vol. III (Istituzioni e società), Società editrice il Mulino, Milano, 1982.

 

Articolo di una rivista:

G. Aresi, S.O.S. urgente per la Certosa di Milano, in “L’informatore moderno”, anno VII (1964), numero 25 (giugno), pp. 2‐7.

 

Articolo di un quotidiano:

P. G. Agostoni, Un gioiello d’arte. La Certosa di Garegnano, in “L’Italia”, 18 giugno 1955, p. 7.

 

Articolo o volume senza l’indicazione dell’autore:

S.a., Un gioiello d’arte. La Certosa di Garegnano, in “L’Italia”, 18 giugno 1955, p. 7.

 

Articolo o volume senza indicazione della data di pubblicazione:

A. Zabini, Prefazione, in B. Grilli, G. Chiappani Rodichevski, Trasmutazioni, ISAL, Cesano Maderno, s.d., pp. 7-8.

 

Articolo  o volume senza indicazione della data ma della quale si è certi:

A. Zabini, Prefazione, in B. Grilli, G. Chiappani Rodichevski, Trasmutazioni, ISAL, Cesano Maderno, s.d. (ma 2019), pp. 7-8.

 

Se tesi o ricerca d’esame:

L. Testori, Formazione e sviluppo dell’arte di Daniele Crespi, Tesi di Laurea in Storia dell’Arte Antica e Moderna, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, rel. Costantino Baroni, a.a. 1953–1954.

 

Citazioni

1‐ La citazione nel testo va tra virgolette inglesi doppie:

“Leopoldo esclamò all’ora a gran voce: «corri Piero! Corri!»”

2‐ La citazione nella citazione va tra virgolette caporali:

Come afferma Lorenzo Corbetta “appare evidente che nello studio dei pigmenti pittorici di Van Gogh sia ancora pienamente da chiarire l’impiego del colore rosso cadmio, che secondo Vilfredo Pareto costituiva «l’unico rosso che poteva rimpiazzare convenientemente il rosso cinabro (vermiglione), con il vantaggio di avere una maggiore resistenza alla luce ed essere meglio tollerato dagli altri colori», nelle mescolanze”.

3‐ Quando la citazione rimanda a nota, il richiamo di nota deve venire dopo la chiusura delle virgolette, in numero arabo, sopraelevato a esponente, senza parentesi.

Esempio:
‐ “Conobbi il ‘tremolar’ della marina”¹.

Vedere anche le indicazioni specifiche sulle modalità di come compilare le note.

 

Congiunzioni (“d” eufonica)

È buona regola limitare il più possibile l’uso della “d” eufonica.

Esempio:
‐ non “ad esempio”; ma “a esempio” in frasi del tipo “venire citato a esempio”.

Viene generalmente accettata nel caso in cui la “d” eufonica esegua e preceda la medesima vocale.

Esempio:
‐ “ad adempiere al proprio dovere”.

 

Corsivi

Sono da scrivere in corsivo:

1‐ I titoli di libri (si vedano e indicazioni per la redazione di una bibliografia), film, titoli di opere d’arte. Da notare che riviste, giornali, periodici, titoli di mostre vanno invece tra virgolette alte doppie: es. “Corriere dei piccoli”.

2‐ Le parole straniere, latine o dialettali, quando non siano entrate a far parte dell’uso comune in italiano; essendo il concetto di “uso comune” molto vago e soggettivo, ci si affidi di volta in volta al buonsenso; nei casi d’incertezza si preferisca il tondo. Si ricordi comunque che una parola straniera, una volta usato il tondo, non può prendere il plurale della lingua di origine, in quanto la si considera adottata dalla nostra lingua.

Esempio:

‐ i film.

3‐ I versi di poesie e delle canzoni.

4‐ I nomi propri di aeroplani, divisioni militari, navi.

Esempio:

‐ L’aereo di Lindbergh era lo Spirit of St. Louis.

5‐ I segni di interpunzione vanno in corsivo solo se sono parte integrante di un titolo, di una frase o di una parola in corsivo.

Esempio:

‐ Lenin ha scritto: Che fare?

‐ “Vattene, hombre!”

6‐ Il corsivo serve inoltre a dare particolare risalto a una parola, ma è bene limitarne l’uso. Pertanto non verrà accettata la seguente dizione “È stato lui!” ma “È stato lui!”

 

Date

Normalmente si preferiscono le date nella forma per esteso.

Esempi:

‐ Corretto: 1914‐1918. Errato: 1914‐18

‐ Corretto: il Trecento. Errato: il ‘300

‐ Corretto: morì nel 1953. Errato; morì nel ‘53

‐ Corretto: gli anni cinquanta. Errato: gli anni ’50

Per le date che indicano anni di particolare importanza storica non si ammettono forme abbreviate.

Esempi:

‐ Corretto: era il 1948. Errato: era il ‘48

‐ Corretto: Era iniziato il 1968. Errato: Era iniziato il ‘68

Le date complete di giorno, mese, anno si scrivono come segue:

‐ il 7 aprile 1954

‐ l’11 gennaio 1956

‐ l’8 marzo 1972

A discrezione dell’autore possono essere impiegate espressioni simili a:

‐ era il giorno 8 maggio 1876 in sostituzione di: era l’8 maggio 1876

Forme particolari sono le seguenti:

‐ Corretto: era il primo maggio. Errato: era il I Maggio. Errato: era il 1° Maggio.

 

Maiuscolo

Come principio, è bene farne uso il meno possibile. Lo si adopera per:

 

1‐ I nomi che indicano epoche, avvenimenti di grande importanza.

Esempi:

‐ Il Quattrocento

‐ Il Risorgimento

‐ Il Paleolitico

Ovviamente la loro aggettivazione dovrà essere sempre minuscola.

Esempi:

‐ quattrocentesco

‐ risorgimentale

 

2‐ I termini geografici nei casi in cui stanno a specificare la regione geografica.

Esempi:

‐ Corretto: si trova nell’America del Nord. Errato: si trova nell’America del nord

‐ Corretto: confina a nord con l’America. Errato: confina a Nord con l’America

‐ Corretto: La crisi del Medio Oriente. Errato: La crisi del Medio oriente

‐ Corretto: A oriente di Milano. Errato: A Oriente di Milano).

 

3‐ I nomi geografici. In quelli composti il nome comune avrà l’iniziale minuscola: il nome proprio l’avrà maiuscola.

Esempio:

‐ mar Mediterraneo

‐ mar Nero

‐ monte Pasubio

‐ lago Maggiore

‐ baia dei Porci

‐ golfo di Napoli

‐ capo di Buona Speranza ecc.

 

4‐ Gli appellativi e i soprannomi.

Esempi:

‐ Lorenzo il Magnifico

‐ Riccardo Cuor di leone

 

5‐ I nomi propri di enti, istituti, organizzazioni secondo la dizione ufficiale presenti nei documenti istituzionali (da notare che generalmente solo la prima parola ha l’iniziale maiuscola).

Esempi:

‐ La Banca del lavoro

‐ il Mercato comune europeo

‐ l’Associazione ciechi

‐ la Triplice alleanza.

‐ l’Istituto universitario di architettura di Venezia‐ l’Università Statale di Milano

‐ l’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda

‐ Carta del lavoro

 

6‐ Anche per le sigle più note e più comuni si usa la forma Maiuscolo/Maiuscolo.

Esempi:

‐ CEE

‐ ONU

 

7‐ I nomi di palazzi, teatri, locali pubblici.

Esempi:

‐ Palazzo Madama

‐ Palazzo Arese Borromeo

‐ Palazzo Arese Jacini

‐ Cappella Sistina

‐ Teatro alla Scala

‐ Ca’ Granda dei poveri di Dio

‐ Ospedale Maggiore di Milano

‐ Stazione Centrale.

 

N.B.: Va precisato che l’uso del Maiuscolo piuttosto che del minuscolo può assumere un significato particolare: in genere con il minuscolo si indica l’edificio in se stesso, mentre con il Maiuscolo ci si riferisce a esso in quanto istituzione o ente giuridico, e in questo caso deve essere citato per esteso.

 

8‐ Santo, Santa: quando fanno parte del nome proprio, di una chiesa, di una località o di una via.

Esempi:

‐ Nella chiesa di Santa Caterina

‐ Le torri di San Gimignano

‐ abito in via San Filippo Neri

Esempi particolari (Santo, Santa):

‐ il martirio di San Sebastiano.

Mai sostituire la parola “San” con l’abbreviazione “S.”, “St.”

 

9‐ L’iniziale del dialogo tra virgolette precedute da due punti.

Esempio:

‐ Disse: “Perché?”

 

10‐ I sostantivi tedeschi, tranne quelli come lager, leitmotiv, ormai entrati nell’uso comune della lingua italiana, devono essere sempre a iniziale maiuscola (Ostpolitik, Weltanschauung, Kulturgeschichte ecc.).

 

11‐ Chiesa quando il lemma ha accezione di comunità religiosa (es. la Chiesa universale), altrimenti il termine si impiega minuscolo perché indica un edificio (es. la chiesa cappuccina del Sacro Cuore di Gesù a Milano).

 

12 - Le cifre della numerazione romana, che si usano nei seguenti casi:

‐ Nella numerazione progressiva dei secoli

Esempio: il XVIII secolo.

‐ Nei nomi di Papi e Imperatori

Esempio: Pio XII, Federico II di Svezia

‐ Nelle sigle che contraddistinguono le flotte, le flotte aeree, le armate e i corpi d’armata

Esempio: la VI flotta americana (anche se “il 6° reggimento”)

 

13 - Richiedono l’iniziale minuscola: nomi di popoli, titoli nobiliari e accademici, cariche pubbliche, gradi e corpi militari, via, piazza, largo, corso, porta ecc.

Il minuscolo si impiega anche nei seguenti casi:

‐ le parole come madame, monsieur, lord, lady, sir

 le parole come place, square, rue, quai anche se nella lingua di appartenenza sono spesso indicate con lemmi maiuscoli, e così pure nomi di luoghi come covent garden, bank ecc.

 

Note

Il numero progressivo di nota precede sempre tutti i segni di punteggiatura a esclusione delle virgolette.

Il numero di nota è sempre a esponente e senza parentesi.

Esempi:

‐ fenomeno mai registrato nei secoli precedenti³.

‐ “Quelli più tardi citati dall’agordino Giuseppe Zais”³.

 

Alcuni esempi specifici:

Se un volume o un articolo sono già stati citati in precedenza.

Se, ad esempio, nella nota 4 di un testo si è citato il volume G. Alessandrini, G. Dassù, R. Peruzzi, Indagine sui materiali, in: AA.VV., La qualità della pietra, Il portico, Milano, 1983, pp. 81–110, nella nota 8 si scriverà: G. Alessandrini, G. Dassù, R. Peruzzi, Op. cit, p. 83.

 

Se un autore ha scritto più volumi citati in precedenza e si vuole rimandare a un solo volume di questi

Se, ad esempio, in un testo sono già stati citati i seguenti volumi: G. Alessandrini, Indagini preliminari per il restauro lapideo, in: AA.VV., La qualità della pietra, Il portico, Milano, 1983, pp. 81–110; G. Alessandrini, La diagnostica finalizzata al restauro dei monumenti, Mondadori, Milano, 1983, questi dovranno successivamente essere citati come seguenper evitare che vengano confusi tra loro.

G. Alessandrini, Indagini… op. cit, p. 84.

G. Alessandrini, La diagnostica… op. cit, p. 84.

 

Se si fa riferimento a un volume o a un articolo citato nella nota immediatamente precedente (es: G. Alessandrini, G. Dassù, R. Peruzzi, Indagine sui materiali, in: AA.VV., La qualità della pietra, Il portico, Milano, 1983, pp. 81–110), nella nota inferiore sarà citato con:

Ibidem, p. 83.

 

Se si vuole rimandare ad un volume per un approfondimento o per qualsiasi motivo si usano le espressioni:

‐ Per questa ragione si veda: I. Balestreri (a cura di), Op. Cit.

‐ Per questo particolare tema si rimanda a: I. Balestreri (a cura di), Op. Cit.

‐ Cfr. I. Balestreri (a cura di), Op. Cit.

I curatori editoriali e la redazione della rivista istituzionale si riservano comunque di uniformare le differenti dizioni impiegando l’ultima delle modalità indicate.

 

Se si cita un sito occorre sempre riportare tra parentesi il mese e l’anno di consultazione:

www.mybestlife.com/Ambientecostruito/499/Natura_e_tecnologia.htm (data ultima consultazione: giugno 2006)

P.S. Non saranno accettate citazioni di siti sprovvisti di tale dati

 

Numeri

Vanno scritti in lettere nella maggior parte dei casi e sempre nel caso in cui compaiano i numeri compresi tra 1 e 9. Numeri più alti si scrivono in cifre arabe. Fanno eccezioni cifre economiche non eccessivamente elevate o complessi

Esempi:

‐ Vinse tre medaglie.

‐ l’Italia ha vinto complessivamente 23 medaglie

‐ L’ho avuto per centomila lire.

- La mia parcella è di 3.724,34 euro

‐ Ha tre anni

‐ Ha appena compiuto i 103 anni

‐ Ha corso per 3,4 km.

 

Si usano le cifre nei seguenti casi:

1‐ Date

Esempio:
‐ Il 21 dicembre 1950.

 

2‐ Per i numeri indicanti le ore non si può dare una regola precisa; in generale però tenere presente che sarebbe meglio impiegare la forma in cifre.

Esempio:

‐ Ci vediamo alle 11.30

‐ le irradiazioni erano gialle, alle 13.15 rosse

Questo principio è da tener presente anche per le misure

Esempio:

‐ Con quel nuovo fertilizzante la pianta arrivò, dopo tre giorni, a 1,71 m.

 

3‐ Si scriveranno in numeri arabi gli ordinali (con la a o la o a esponente). Fanno eccezione: le armate, i corpi d’armata, le flotte, le flotte aeree, che si scriveranno con cifre romane. Ricordiamo a questo proposito che i numeri romani non vogliono mai l’esponente.

Esempio:
‐ La V flotta americana navigava nell’oceano Pacifico

‐ La 5a divisione attaccò sulla sinistra.

 

4‐ I numeri che hanno uno specifico carattere distintivo (numero di matricola, di tassì, di abitazione, di pagina ecc.) o che corrispondono a un preciso dato geografico.

Esempio:

‐ matricola 956010

‐ Chi abita al numero 30 di via Fiori Scuri?

‐ La pagina 144 è la più interessante

‐ La città in cui vivo ha 127.600 abitanti

 

5‐ Tener presente che nei titoli di paragrafo è preferibile adottare i numeri (non le lettere). Numeri e lettere comunque saranno seguiti dal punto, non dalla parentesi, mentre nelle elencazioni si userà la parentesi. Ogni caso sarà comunque discusso con la redazione.

 

6‐ I numeri superiori al 1.000 vanno scritti con il puntino

Esempi:

‐ 3.492 donne su 4.000

‐ l’esercito poteva contare su 12.000 uomini

 

Titoli

La forma tipografica di titoli e sottotitoli degli articoli è codificata dalla redazione. Riguardo invece ai titoli di romanzi o altri citati nei testi:

Corretto: Ne I promessi sposi... Errato: Nei Promessi sposi...

Corretto: Il principale personaggio de La caduta degli dei. Errato: Il principale personaggio della Caduta degli dei.

Corretto: “Ci si vuole riferire a La cugina di Patti”. Errato: “Ci si vuole riferire alla Cugina di Patti”

Stare molto attenti agli articoli per i titoli dei giornali:

Esempi:

‐ “Il Giorno”

‐ il “Corriere della Sera”

 

Trattini

Si usano tra due parole formanti un nome composto (sala‐stampa, linea Torino‐Roma, nord‐occidentale).

Non si usano con la preposizione latina ex (ex ammiraglio ecc.).

Vice, capo, anti, contro ecc. fanno corpo unico con la parola che segue.

 

Puntini di sospensione

Vanno usati per gli incisi o in sostituzione delle parentesi nel caso di una frase già tra parentesi.

 

Virgolette

Si usano solamente in casi eccezionali e non si usano nemmeno per le testate di riviste, periodici o titoli di mostre se riportate nel testo. Si usano invece per indicare le riviste in caso di compilazione di una bibliografia.

Si usano anche per introdurre e chiudere citazioni o frasi del discorso diretto.

Esempi:

‐ “Il capitale non ha come fine”, ci ricorda Marx, “la soddisfazione dei bisogni, ma la produzione del profitto”.

‐ Gianni a questo punto esclamò: “Due anni fa il sorvegliante Wang lo avrebbe steso. E poi dicono che la gente non può cambiare!”.

‐ Il capitalismo genera “le condizioni materiali e le forme sociali necessarie per una ricostruzione economica della società”.

- Dissi che “mi trovavo per caso a passare di là”.

In caso si vogliano caratterizzare parole particolari:

Esempi:

‐ Posso affermare senza dubbi che Bartolomeo III Arese era visto come un ‘birichino’ dai suoi contemporanei.

 

Vocaboli stranieri

Se di uso corrente nella lingua italiana, andranno sempre al singolare e in carattere normale.

Esempio:

‐ i film

Diversamente, andranno sempre in corsivo e al plurale prenderanno la desinenza della loro lingua.

Esempio:
‐ questi studenti hanno chiesto di svolgere uno stage presso ISAL

La divisione sillabica deve seguire le regole della lingua d’origine.

 

N.B. Evitare di inserire nei testi, per quanto possibile, i segni di formattazione.