Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Numero 33

Transculturazione e ibridazione. L’archivio Carlo Zucchi e la sua importanza per la storia dell’architettura tra centro e periferia.

Fernando Aliata

Nel lasso temporale 1829-1842 Carlo Zucchi lavorò come architetto ufficiale a Buenos Aires e a Montevideo. In quel periodo realizzò un numero significativo di progetti nel campo dell’architettura pubblica e privata, dei monumenti funebri e commemorativi e delle scenografie e decorazioni per le feste pubbliche. Nei primi anni del 1840, epoca dell’internazionalizzazione del conflitto del Río de la Plata, Zucchi decise di ritornare in Italia portando con sé disegni e altri documenti inerenti al suo lavoro. Questo archivio, per dimensioni e contenuto, rappresenta una tappa fondamentale per la comprensione dell’architettura del primo Ottocento in Argentina e in Uruguay, non solo per i progetti di Zucchi ma anche per l’esistenza, all’interno delle cartelle, di disegni e progetti eseguiti da altri professionisti. D’altra parte, l’archivio documenta con chiarezza la diffusione e l’ibridazione dell’ideologia del periodo neoclassico in un contesto diverso e lontano dai centri in cui si sviluppò questa cultura architettonica.

Transculturation and hybridization. The Carlo Zucchi archive and its importance for the history of architecture between the center and the suburbs.

In the course of a period from 1829-1842, Carlo Zucchi work in Buenos Aires and Montevideo as an official architect. In that period he carried out a significant number of projects in the field of public and private architecture, of the funerary monument and fittings to the public celebrations. From the internationalization of the conflict in the Rio de la Plata, in the early years of the 1840s, Zucchi decided to return in Italy carrying your drawings and other documents. This files, due to its dimension and content, means a revolution for the understanding of the architecture and art of the early XIX century in Argentina and Uruguay, not only because it is extensively documented from the first sketches to the definitive projects of Zucchi but also for the existence, inside the folders, from drawings made by other engineers and architects. Furthermore, the collection clearly shows the diffusion and hybridization of the neoclassical ideas in contexts far away from the origino f this architectural culture.