Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Numero 36
Francesca Leto
Lo stare tra un luogo e un altro luogo, cioè sulla soglia, si concretizza nell’esperienza liminale, che è costitutiva dell’esperienza religiosa stessa. Un viaggio tra trascendenza e immanenza che è un “vivere attraverso”, grazie a una rottura con il quotidiano che pone una differenza e non una separazione invalicabile. Lo spazio sacro è ben più che la possibilità concreta nel mondo di darsi di un rito di passaggio, ma è parte costitutiva del rito stesso, giacché i riti liminali necessitano di un elemento di transizione materiale; anch’esso ha il potere di creare un mondo, un microcosmo in cui vige il linguaggio metaforico. Alcune delle esperienze che originano dalle metafore della liminalità sono raggruppate in una sorta di lemmario della liminalità corredato da architetture visionarie che hanno lo scopo di evocare immagini dato che un architetto ha bisogno di immagini di esperienza a cui pensare.
Being between a place and another place, that is, on the threshold, is realised in the liminal experience, which is constitutive of religious experience itself. A journey between transcendence and immanence that is a “living through”, thanks to a break with the everyday that poses a difference and not an impassable separation. Sacred space is much more than the concrete possibility in the world of a rite of passage, but is a constitutive part of the rite itself, since liminal rites require a material transitional element; it too has the power to create a world, a microcosm in which metaphorical language prevails. Some of the experiences that originate from the metaphors of liminality are grouped together in a kind of lemmary of liminality accompanied by visionary architectures that are meant to evoke images since an architect needs images of experience to think about.