Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Numero 5
Maria Teresa Mazzilli Savini, Federica Sasso
Il ciclo pittorico ‘a fresco’ distende su tutte le pareti di una saletta al primo piano del complesso dell’ex abbazia di Santa Maria, di Giuspatronato Mantegazza, una complessa intelaiatura di singolari riquadri prospettici. La sorprendente, non ancora abbastanza compresa, soluzione viene esaminata alla luce del rapporto rilevabile anzitutto con la tradizione del decoro e del disegno architettonico, ma anche con la rara iconografia della Madonna ‘del ricamo’ connessa alla meditazione sulla umanità di Cristo, stimolata dagli ambienti culturali francescani in primis e bolognesi, ma tradotta in linguaggio lombardo. Il tipo di costruzione geometrica e l’applicazione di tecnica e materiali propri della miniatura inducono a leggere l’insieme come inedita trasposizione sul piano simbolico, quasi visione paradisiaca nell’intimità di una sorta di hortus conclusus, destinato plausibilmente alla meditazione domestica di Agnese Mantegazza, amante di Gian Galeazzo Visconti, non potendosi escludere un uso del vano come sala di rappresentanza del Priore della Abbazia, Leone Mantegazza. Queste pitture murali, che un sapiente intervento di restauro ha riportato alla luce un ventennio fa, sono anche un interessante esempio di compresenza di metodologie diverse di lavorazione artistica. La loro osservazione, supportata da strumentazioni scientifiche, consente di approfondirne la tipologia esecutiva a partire dall’organizzazione del cantiere fino ad arrivare ai raffinati materiali di finitura, corroborandone l’attribuzione d’ambito storico artistico.
The frescos stretch out on the walls of a small hall located on the first level of the former abbey of S. Mary, Mantegazza’s dominion. It is a complex structure of single perspective panels. The article examines the incredible solution considering the relationship with the decoration and the architectural drawing tradition. In the meantime it shows the bond with the rare iconography of the Madonna ‘of the embroidery’ connected to the meditation of Jesus Christ on the humankind. This iconography was in origin stimulated by the Franciscan cultural circle of Bologna, then it was translated in Lombard language. The characteristic geometric construction and the miniature’s application of technique and materials let us interpret the frescos as a original symbolic transposition. This complex can be probably considered as an intimate paradisiacal vision, such a hortus conclusus, set for the domestic meditation of Agnese Mantegazza, Gian Galeazzo Visconti’s lover, even if it is not possible to exclude that the room was used by the abbey prior Leone Mantegazza as a stateroom. These wall paintings were unearthed by an accurate restoration twenty years ago. They are an interesting example of co-presence of different artistic elaboration methodologies. Thanks to the scientific and technical observation of the frescos it is possible to understand their execution, the yard organization, the polished finish materials, and to strengthen the historical and artistic attribution.